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mercoledì 5 maggio 2010 - 18.30

incontro con:

> Calogero Lo Piccolo,

>Giuseppe Marsala,

> Sergio Troisi,




Cosa vuol dire ascoltare un territorio?


Domanda che rimanda almeno ad un'altra domanda: che cosa vuol dire territorio?
Interrogativo quanto mai urgente, vista la frequenza con cui questo termine viene usato. Ancora più urgente se si pensa a tutta la confusione che lo avvolge: si parla sempre più di territorio dandogli un'aura di oggettività, di assolutismo, considerandolo un "dato di natura".
Se ne accentuano sempre più i confini e sa ne esalta la chiusura, inventando un rapporto fisso, biunivoco e inscindibile tra territorio e comunità.

Il territorio, però, non è un dato fisso e immutabile, ma piuttosto una costruzione sociale, fisica e simbolica, fatta da una serie di dispositivi che disegnano la città e la relazione di appartenenza che con essa instaurano i suoi abitanti.

Ci sembra, allora, che dietro tutta la retorica sul territorio - pensiamo alla Lega, ai vari localismi, al tanto propagandato autonomismo e ad altri tipi di controllo del territorio -, non ci sia una vera pratica di radicamento, ma di invenzione ideologica, di "tecnicizzazione del mito".
Avviene cioè una pratica di "enunciazione".
Lo fa la politica, lo fanno i media, lo fa l'accademia, lo fanno i sociologi e gli architetti, e lo fa anche il privato sociale.
Con risultati paradossali, visto che la geografia globale è sempre più fatta di flussi inarrestabili che eccedono ogni confine.

Allora la risposta non può essere semplicemente quella di sostituire un'enunciazione ideologica con un'altra enunciazione di segno diverso a quello delle retoriche populiste, ma di invertire la pratica: non più enunciare ma ascoltare.
Ascoltare un territorio, le sue istanze, le sue conflittualità, i suoi paradossi.


Ne parleremo con:

Calogero Lo Piccolo
, psicoterapeuta e co-responsabile del progetto di educativa di strada Il baco e la farfalla presente in diversi quartieri della periferia di Palermo.

Giuseppe Marsala, ricercatore universitario e responsabile del Laboratorio 1 di Progettazione Architettonica del corso di Laurea in Scienze dell’Architettura della Facoltà di Architettura di Palermo. Si è occupato di ricercare, indagare e comprendere quelle soluzioni abitative “non ortodosse” presenti a Palermo: tra cui lo Zen, il campo container, le occupazioni dei senza casa ed il Laboratorio Zeta.

Sergio Troisi, storico dell'arte e collaboratore di Repubblica, attento alle trasformazioni della città, dei suoi linguaggi e dei suoi segni.





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