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BASTA CON GLI OMICIDI SUL LAVORO
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Mai più caporalato e lavoro nero!
Comunicato della Rete Antirazzista Siciliana
La morte del 32enne operaio rumeno Mircea Spiridon grida giustizia affinchè non abbiano mai più a ripetersi simili tragedie.
--Proprio a pochi metri da dove è crollata la palazzina, l’anno scorso avevamo tenuto il campeggio nazionale antirazzista per denunciare e contrastare le politiche securitarie che, a livello nazionale ed europeo, recludono e deportano persone, che non hanno commesso alcun reato e che hanno la "fortuna" di essere sopravvissuti ai sempre più freguenti
naufragi.
La tragedia di Licata fa emergere l'atroce scenario delle condizioni lavorative della nostra Isola.
Lavorare in nero in un cantiere abusivo in Sicilia non è un evento straordinario ma una condizione normale.
I migranti privi di permesso di soggiorno sono sicuramente i più esposti a condizioni insopportabili di sfruttamento, ma sono soltanto l'ultimo anello di una catena che coinvolge anche immigrati "in regola" e lavoratori italiani.
Tra le leggi che producono la precarietà e quelle che producono la clandestinità esiste un legame molto stretto che ha portato negli ultimi dieci anni ad un abbattimento dei diritti dei lavoratori nel loro complesso.
Nei mesi scorsi siamo intervenuti a Cassibile (Sr) durante la stagione della raccolta delle patate denunciando le condizioni neoschiaviste di sfruttamento di centinaia di migranti da parte di caporali, che hanno agito nella totale impunità in seguito all’assenza d’intervento delle istituzioni preposte(ispettorato del lavoro, guardia di finanza…) e di tutele sindacali.
Abbiamo avuto un’ulteriore conferma di come la piaga del caporalato si estenda in quasi tutta l’isola e grazie al dilagare del lavoro nero, anche quella consistente minoranza di migranti "regolari" viene spinta verso la clandestinità; anche nel trapanese, come ogni anno, per la vendemmia migliaia di migranti vengono selezionati quotidianamente per poche
decine di euro per oltre 10 ore di lavoro: Ad Alcamo, diversamente da Marsala, il reclutamento avviene ad opera prevalentemente di proprietari di piccoli vigneti, ma quest’anno il salario giornaliero di circa 40 euro (conquistato da migranti dal Nordafrica) può arrivare anche a 25 per l’offerta sul mercato di migranti rumeni, nonostante fra pochi mesi
essi diventeranno cittadini neocomunitari; purtroppo c’è il rischio di una guerra fra poveri se non si riesce a ricostruire la solidarietà fra tutti i lavoratori secondo il principio "uguale salario ad uguale lavoro".
E intanto non si ferma la tragedia delle morti in mare: è appena arrivata la notizia dell'ennesimo naufragio di un barcone nei pressi di Lampedusa, con diversi dispersi; un'altra tragedia provocata dalle leggi italiane che costringono i migranti a cercare mezzi e rotte sempre più insicuri, come avevamo denunciato il 10 settembre nella manifestazione di
Lampedusa; a questo punto il governo (moralmente e politicamente responsabile di questa situazione) non può continuare a fare finta di niente, deve mettere in atto quei provvedimenti richiesti dai movimenti antirazzisti per fermare la carneficina nel mediterraneo e dare vita a politiche di vera accoglienza e rispetto dei diritti.
Dopo l’incoraggiante riuscita della manifestazione nazionale del 10/9 a Lampedusa e dalle iniziative a partire del 7/10 si sta costruendo un calendario di mobilitazioni per un nuovo autunno caldo per i diritti dei migranti, dei precari, dei lavoratori e dalla Sicilia vogliamo contribuire:
STOP CPT ORA! STOP PRECARIETA’ ORA!
Rete Antirazzista Siciliana--
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