Lettera aperta ai direttori di: Giornale di Sicilia, La Repubblica-cronaca di Palermo, La Sicilia, Ansa, Italpress, testate locali radio televisive…
Il comitato di lotta per la casa 12 luglio e la Rete di sostegno per i diritti negati fanno presente quanto segue: Con l’assemblea permanente nella sala delle lapidi al Palazzo delle Aquile e l’occupazione del palazzo La Rosa, in Via Alloro, è stata lanciata, ancor più clamorosamente, la vertenza abitativa e sulla povertà in questa città. L’ANCE, l’associazione nazionale degli imprenditori edili, scopre l’emergenza della casa a Palermo. Lo fa per rilanciare, al consiglio comunale, la proposta della costruzione di 7.200 alloggi. Il comitato di lotta per la casa 12 luglio e la Rete di sostegno per i diritti negati fanno presente quanto segue: Dal mese di Agosto era stato aperto un tavolo di trattative con il capo Gabinetto del sindaco, Sergio Pollicita, l’assessore Cannella e i rispettivi funzionari, per articolare proposte da indirizzare all’amministrazione attiva ed al Consiglio Comunale che dessero concretezza ad un “progetto casa” articolato con interventi a breve, a medio e a lungo termine. Il pacchetto “progetto casa”, proposto dal Comitato è stato successivamente approvato all’unanimità dal consiglio comunale con un atto di indirizzo che vincola la politica della Giunta sulla casa. Durante i periodici incontri del tavolo tecnico, il comitato aveva avuto assicurazione che non ci sarebbero stati sgomberi per le situazioni d’emergenza, sino a quando non si sarebbero trovate le soluzioni operative adeguate contenute nell’articolato delle proposte. L’assemblea permanente del Comune prima e la successiva occupazione del palazzo La Rosa poi sono state le risposte al mancato rispetto di un accordo strutturale, e non basato su soluzioni tampone: locande, roulotte, campo container… che ha fatto emergere in tutta la sua drammacità l’emergenza casa a Palermo. Il comitato e la rete sociale di sostegno, lungi dal comportarsi come falchi, oltranzisti, area dura del movimento, intendono denunciare le incongruenze delle politiche dell’amministrazione e contemporaneamente costringerla a riaprire il tavolo tecnico di discussione e trattativa ! Le famiglie che ad oggi si trovano all’interno dell’edificio, rispettose del pregio architettonico che esso rappresenta, sono affiancate dai centri sociali palermitani e ne chiedono l’utilizzo a fini abitativo. Destinazione, peraltro, progettata dalle precedenti amministrazioni Orlando Il comitato 12 luglio supportato da tecnici liberi professionisti senza mire speculative o strumentalizzanti, vuole utilizzare lo spazio oggi finalmente aperto di Palazzo La Rosa, per una verifica economica di fattibilità che porti alla conversione dell’edificio ad uso alloggiativo emergenziale in autocostruzione. L’autocostruzione o autorecupero produce l’abbattimento dei costi di manodopera dato che sono gli aventi diritto, opportunamente formati e seguiti da esperti, ad eseguire i lavori. La prestazione degli aventi diritto ai quali poi sarà assegnato uno degli alloggi così realizzati andrà capitalizzata e valorizzata. Con l’autocotruzione quindi, l’amministrazione avrebbe i seguenti benefici: - risparmio sui costi di emergenza abitativa; - formazione di nuovi lavoratori nel settore dell’edilizia e della carpenteria; -mantenimento della proprietà degli immobili. In tal modo, quindi, l’amministrazione avrebbe messo in atto soluzioni concrete utili sia all’emergenza abitativa che a quella occupazionale. Ci chiediamo: - come mai le proposte approvate come atto di indirizzo dal consiglio comunale non sono state prese in alcuna considerazione? - come mai non si attivano gli immobili di proprietà comunale per dare risposta all’emergenza? - come mai non si apre immediatamente il tavolo di confronto sui beni confiscati? - perché si indugia sulla proposta dell’autocostruzione, accettata con interesse nel tavolo tecnico? - perché il Comune non procede all’affitto di trecento appartamenti per far fronte all’emergenza, il cui costo sarebbe di certo molto inferiore alle locande? Riguardo alla proposta dell’ANCE riteniamo che: Il progetto per la costruzione di 7.200 immobili, ammesso che fosse eco-sostenibile, pur apparendo la soluzione al problema della casa, sarebbe in ogni caso una soluzione a lungo termine. Crediamo che la vera priorità sia il pieno utilizzo di tutti gli immobili disponili, a partire dalle aree degradate ed abbandonate del centro storico, per destinarli all’emergenza abitativa. Relativamente all’accusa di illegalità e di violenza, rivolta più volte al comitato di lotta per la casa, vogliamo precisare che la legalità deve significare la realizzazione della giustizia sociale. Chi è privato di un diritto costituzionale sacrosanto come la casa, a causa di una politica dissennata sul piano amministrativo, ha il diritto e il dovere di rivendicare, nel contesto di una giustizia sociale negata, quanto gli è stato sottratto illegalmente, senza esercitare violenza alle cose di appartenenza privata, né tanto meno alle persone. Il legalismo che viene spacciato per legalità, è la facile strumentalizzazione di chi, detenendo il potere, viola i diritti fondamentali dei cittadini. La democrazia orientata al bene comune e alla giustizia sociale non tollera machiavellismi, clientelismi, opportunismi, o strumentali e demagogici legalismi. Il comitato di lotta per la casa 12 luglio si è sempre attenuto a questi basilari principi di democrazia. Comitato di lotta per la casa 12 luglio Rete sociale di sostegno |