Lettera ai direttori ed alle redazioni dei quotidiani locali “Repubblica” e “Giornale di Sicilia”
del Comitato di Lotta per la Casa "12 luglio" Emergenza casa. Quale percorso, quali novità !? In questi giorni si sono verificati eventi di grande importanza per la vita sociale di questa città che non esitiamo a definire storici. Il consiglio comunale appena insediato ha votato all’unanimità una delibera che diventerà la linea d’intervento della città di Palermo sull’emergenza casa. Sin qui parrebbe non esserci nessuna particolare novità se non la piacevole constatazione di un’inusuale solerzia e capacità propositiva del consesso elettivo, ma il dato realmente significativo e nuovo, che non è stato sufficientemente messo in luce e sottolineato, è che questo percorso è stato reso possibile e costruito grazie all’iniziativa, partita dal basso e dall’esterno del palazzo di città, promossa dal comitato di lotta per la casa 12 luglio e dalla Rete per i diritti negati. Il comitato di lotta per la casa 12 luglio e la rete di sostegno per i diritti negati da oltre sei anni si occupano del problema dell’emergenza casa a Palermo. L’iniziativa da parte di questi soggetti sociali non si è limitata a promuovere momenti di lotta e di contestazione, anche clamorosi, ma si è sforzata sempre di sviluppare ed elaborare proposte concrete e linee programmatiche. In questo quadro è stato elaborato e presentato in agosto un promemoria per un confronto sul tema casa a Palermo che è stato assunto come base di discussione dall’ufficio di gabinetto del sindaco, dal presidente del consiglio comunale, dalla conferenza dei capigruppo, dalla commissione consiliare ed infine dall’insieme del consiglio comunale. Lunedì 3 settembre 07 il voto all’unanimità, come conclusione proficua di questo percorso. Il documento conclusivo raccoglie al 90 %, a volte in modo quasi stenografico, il contenuto delle nostre proposte! Dopo anni di lotta per rivendicare, con i senza casa, i diritti negati a migliaia di famiglie disagiate dichiariamo, innanzi tutto, la nostra viva soddisfazione per il risultato raggiunto e anche per il merito ed il metodo che sono contenuti ed espressi in questo cammino! UNA SPERIMENTAZIONE INEDITA, DUNQUE, DI DEMOCRAZIA PARTECIPATA e DI RAPPORTO TRA MOVIMENTI SOCIALI, costruiti sul territorio, ed istituzioni rappresentative, giunta e consiglio comunale, che si verifica nella quinta città italiana e nella seconda metropoli del Sud. A nostra memoria è la prima volta che un evento simile si verifica a Palermo negli ultimi 30/40 anni e ci sono, certamente, pochissimi esempi analoghi in giro per l’Italia. E’ inoltre la prima volta che una lotta sociale, pur non operando su grandi numeri di persone coinvolte, ha una durata prolungata, oltre sei anni, dimostrando, oltre che determinazione ed immaginazione nel costruire iniziative di lotta, capacità propositiva. E’ anche la prima volta, dopo molti anni, che una lotta sociale ha per organizzatori e promotori soggetti estranei alla logica clientelare e personalistica dei capipopolo e capibastone che hanno strumentalizzato, spesso, le vertenze sociali piegandole ai loro interessi, vendendosi e vendendole al migliore offerente, politico ed elettorale. Insomma ci sono molti e svariati aspetti di novità che potrebbero essere valorizzati in un’informazione compiuta ed approfondita ! Ma questo è solo un punto di partenza. Non dobbiamo sederci sugli allori ! Dobbiamo vigilare affinché i deliberati, ancorché solenni, si trasformino in conseguenti atti amministrativi ed operativi, a partire dalle poste di bilancio da rintracciare e mettere a disposizione di questa sperimentazione! INFATTI: Il problema della casa a Palermo, è stato valutato, secondo uno studio dell’Università commissionato dal Comune di Palermo, nell’ordine di 18 mila alloggi sino al 2011. In alte parole, il fenomeno del fabbisogno abitativo a Palermo, è in continua crescita, a causa di un processo d’impoverimento dei ceti sociali più deboli. Se si vuole invertire il trend d’impoverimento di una parte sempre più vasta della popolazione, occorre intervenire attraverso un progetto politico di più grande respiro programmato per far fronte all’emergenza casa nei prossimi 10 anni. Le scelte politiche ed economiche dell’amministrazione comunale. devono essere monitorate secondo una scala di valori capovolta rispetto a quelle delle più recenti amministrazioni. Occorre mettere al primo posto il problema della casa e del lavoro come priorità assoluta di una politica non più assistenzialistica ma di promozione sociale. La proposta dell’autocostruzione o di recupero d’immobili comunali, coinvolgendo direttamente i senza casa opportunamente formati e diretti a questo scopo, è una delle iniziative che coniuga il problema della casa con il problema del lavoro. Il taglio ai finanziamenti a pioggia nel settore degli interventi sociali o alle erogazioni meramente assistenziali, senza alcuna progettazione e programmazione scientifica delle politiche sociali, indicherebbero una svolta nel senso di invertire la politica clientelare che ha foraggiato la cattiva amministrazione. L’investimento su progetti sociali di grande respiro come l’affitto o l’acquisto di un grosso stock di “case parcheggio” da utilizzare nei casi d’assoluta emergenza, non solo darebbe risposte concrete alla domanda sociale presente in città, rappresentando una risposta immediata ai casi più gravi, ma sgraverebbe l’A.C da inutili e gravose spese come quelle dei locandati. Il monitoraggio trasparente ed il pieno utilizzo degli immobili del Comune e dei beni confiscati alla mafia sarebbero un segnale d’azione concreta per affrontare almeno una parte del problema. In controtendenza la proroga concessa alle famiglie in compartecipazione è ancora il segno di una politica di breve respiro senza alcuna seria capacità di progettazione sul problema della casa. Il Comitato di lotta per la casa 12 luglio e la Rete per i diritti negati ritengono, inoltre, che un intervento sulle emergenze sociali e sulla politica della casa, progettuale e attiva, con la partecipazione dei soggetti interessati, ha anche la valenza di produrre un circolo virtuoso che tende a sottrarre consenso, nei fatti, alla mafia fra gli strati sociali dove essa ha il suo insediamento e radicamento sociale maggiore, se non quasi esclusivo, trasformando un soggetto debole e facilmente ricattabile in soggetto attivo nei quartieri popolari. Rivoluziona la cultura clientelare di sudditanza e introduce un atteggiamento da cittadini consapevoli dei propri diritti; Restituisce dignità e fiducia nelle proprie forze a soggetti che attraverso la propria forza lavoro si garantiscono i diritti negati della casa e del lavoro..Contribuisce ad uscire dalla cultura parassitaria della mera assistenza Nel rifiutare una politica asfittica, clientelare e insensata, il comitato e la rete, stanno già attivando un tavolo di confronto con il governo della città nel quale discutere seriamente, a partire dall’emergenza abitativa, i drammatici problemi sociali della città. Palermo, 4 settembre 07. Per il comitato di lotta per la casa 12 luglio: Tony Pellicane (3409169924) Per la Rete di sostegno per i diritti negati: Pietro Milazzo (cell:3479936226) Nino Rocca (3355268308) |