>> DON CHISCIOTTE
--CineZetaLab presenta la rassegna: Orson Welles, L'Ombra del Gigante Vero e' Falso # Gio 9.11.2006 - h. 21.30 # << DON CHISCIOTTE >> Filmato nel 1955-1973, distribuito nel 1992 Regia: Orson Welles Sceneggiatura: Orson Welles, dal romanzo di Miguel de Cervantes Fotografia: Jack Draper Aiuto regia: Paola Mori Produttori: Oscar Dancigers, Orson Welles Montaggio: J. Franco, R. Almirall, F. Michalczik Musica: Daniel J. White Intepreti: Francisco Regueira (Don Chisciotte), Akim Tamiroff (Sancho Panza), Orson Welles (se stesso, il narratore) Vero e Falso. Autentico e Inautentico Cosa c’è di veramente autentico in questo Don Quixote by Orson Welles? È legittimo attribuire a Welles la paternità di un film che ha visto la luce solo grazie a un’operazione postuma e arbitraria di un regista di serie B (Jess Franco), amico-nemico del grande cineasta? Come per una strana maledizione, accadde a Welles ciò che già era accaduto allo stesso Cervantes, che cominciò con lo scrivere una novella e si trovò ad avere scritto il Don Chisciotte. Così l’idea del film si impadronì di Welles e si dilatò progressivamente fino a diventare un progetto impossibile da portare a termine. Ma se è vero, come riteneva lo stesso Welles, che il montaggio costituisce l’aspetto principale del lavoro di un regista, “l’atto cinematografico” per eccellenza, che dire di un film quasi interamente montato da altri? Senza contare che solo una ristretta parte della grande quantità del materiale girato da Welles è presente nel film distribuito nel 1992 dalla El Silencio. Pur con questi limiti, non si può però non riconoscere nel Don Chisciotte di Welles tutta la genialità del regista. La riflessione wellesiana sul falso e la critica del cinema inteso come semplice “finzione verosimile” trova nella figura di Don Chisciotte un luogo perfetto. Mentre vediamo il nostro eroe impegnato a combattere invano contro quei “mercanti di sogni” che spacciano il falso per il vero e il vero per il falso, l’essenza stessa del cinema di Welles si palesa ai nostri occhi. La narrazione cinematografica cessa con Welles di essere veridica per farsi falsificante: proprio come nel mondo visto con gli occhi di Don Chisciotte, i confini tra reale e immaginario, tra vero e falso, diventano talmente confusi che in ultima istanza vero e falso finiscono per coincidere. La potenza del falso rappresenta infatti la stessa forza creatrice ed espressiva dell’arte, ed è così che il massimo della falsità corrisponde con il massimo della verità. È forse questo che fa dire a Welles che in fondo Don Chisciotte è un autentico cavaliere, il migliore che sia mai esistito. Don Chisciotte e Sancho Panza: due creature immaginarie ma anche più reali della vita stessa. Arianna Triolo Ingresso: 1 euro-- |