per fermare Guerre, Razzismo e Precarietà
per l'unità internazionalista dei lavoratori La Sicilia è la regione d'Italia con la più alta presenza di galere etniche (Cpt e nuovi Centri dIdentificazione), all'interno delle quali si sono consumate tremende tragedie, mentre il Mediterraneo si trasforma sempre più in un cimitero marino; ma il futuro che attende chi fugge dalle guerre, dalla miseria, sopravvive ai naufragi e scampa ai CPT ed alle deportazioni , è altrettanto disumano in una Sicilia, che non è solo terra d'espulsioni e di transito per i migranti. Il progressivo smantellamento dellapparato produttivo nella nostra isola e la crescente precarizzazione dei rapporti di lavoro colpiscono sempre più le nuove generazioni autoctone, mentre i nuovi dannati della terra, sono costretti a vendere la loro forza-lavoro "usa e getta" in nero a volte rastrellati, prima ancora di essere retribuiti, grazie a compiacenti retate di tutori dellordine, che si dimenticano invece di perseguire le crescenti reti, locali e mediterranee, di trafficanti di carne umana; ciononostante in contro tendenza verifichiamo il consolidarsi di insediamenti storici di migranti ( nei servizi per i tamil a Palermo ed i mauriziani a Catania, per i maghrebini pesca a Mazzara del Vallo e serricoltura a Vittoria-Pachino, mentre cresce progressivamente la presenza dei migranti provenienti dallEst Europa. La trasformazione che il lavoro ha subito negli ultimi anni può essere compresa solo considerando l'intreccio perverso tra la Legge 30 e la Legge Bossi-Fini. Con il Contratto di Soggiorno per Lavoro i lavoratori migranti sono resi sempre più ricattabili e costretti ad accettare condizioni di lavoro e salariali neoschiaviste per poter rinnovare quel documento indispensabile alla loro permanenza in Italia. La Legge 30, dal canto suo, prevede nuove figure contrattuali temporanee costringendo tutti i lavoratori a una costante disponibilità alle esigenze dell'impresa. In entrambi i casi, la conseguenza di questi processi è un indebolimento di tutti i lavoratori e una loro divisione proprio nel momento in cui è necessaria la massima unità sul comune obiettivo di "Ad uguale lavoro, uguale salario". Il lavoro contemporaneo, sia esso migrante o in possesso della cittadinanza italiana, non ci parla solo della moltiplicazione delle figure contrattuali "atipiche", ma anche dell'impoverimento dei salari, dello smantellamento di molti sostegni sociali, della privatizzazione di scuola e sanità pubbliche, della difficoltà di accedere a condizioni abitative decenti, dell'attacco alle pensioni, che rende il futuro di tutti i lavoratori sempre più incerto. Non solo l'uscita dal lavoro, per italiani e migranti, viene ancora più ritardata, ma la stessa garanzia di poter beneficiare domani dei contributi versati oggi viene messa in discussione, mentre la Bossi-Fini ha già impedito ai migranti di poter usufruire del proprio TFR. Siamo consapevoli delle divisioni che questo processo ha innescato tra i lavoratori e della condizione specifica cui i migranti sono costretti in questo paese. Pensiamo al razzismo con cui quotidianamente si scontrano , ma crediamo fermamente che I DIRITTI ed IL LAVORO SIANO IL TERRENO COMUNE DI LOTTA; quindi NO incondizionato alla legge 30 ed alla Bossi-Fini, ma anche No al pacchetto Treu ed alla Turco-Napolitano. Negli ultimi mesi a partire dallo sciopero della fame, promosso a Roma nellottobre scorso dagli immigrati autorganizzati e poi diffusosi in altre città, si era riusciti a riunificare i percorsi delle varie esperienze di base e di alcune reti nazionali di movimento per dare poi luogo alla manifestazione nazionale del 4 dicembre; un ulteriore salto qualitativo ci viene imposto dalla dura lotta autorganizzata dai migranti detenuti nel lager di via Corelli a Milano. Anche in Sicilia, in alcune città, si sono costruite varie esperienze interetniche di vertenze per il rinnovo dei permessi di soggiorno , per i richiedenti asilo e per i migranti originari dai paesi vittime dello tsunami; lincoraggiante riuscita della manifestazione del 2 aprile a Ragusa, nella seconda giornata europea per i diritti dei migranti, può e deve rafforzare linsieme del movimento in vista della prossima estate di lotta. La nuova composizione di classe del lavoro migrante in Sicilia dovrebbe essere indagata da unadeguata e diffusa inchiesta di massa, condotta dai soggetti sociali , che vogliano valorizzare e sostenere il protagonismo e lautorganizzazione delle comunità e dei lavoratori migranti, contribuendo innanzitutto a consolidare le reti di solidarietà nella società civile siciliana , dato che la nuova condizione migrante anticipa e prefigura la futura condizione del mercato del lavoro neoliberista. I diritti e la libertà dei migranti sono i diritti e la libertà di tutti noi partecipiamo tutti/e il 1° maggio al Sudmayday a Palermo ore 17 street parade da Piazza Politeama Chiudiamo i lager , Apriamo le frontiere Per rompere il legame tra il permesso di soggiorno ed il contratto di lavoro Per abrogare la Bossi-Fini (senza tornare alla Turco-Napolitano) e la legge 30 (senza tornare al pacchetto Treu) Per un legge in materia dasilo politico che tuteli i richiedenti ed i rifugiati Per la libertà di circolazione e la regolarizzazione permanente per tutti i migranti Mai più naufragi, mai più deportazioni, nessuno è clandestino RETE ANTIRAZZISTA SICILIANA |