"C'è un rito per la scomparsa che vuole il pianto e l'accompagnamento, un momento d'arresto, un silenzio e da noi il colore nero. Si celebra così il nome rimasto di qualcuno che non c'è più. Coloro che lo conoscono possiedono parte della sua storia, sanno i luoghi da lui abitati, le sue abitudini, i figli, il lavoro, la sua quotidianeità. Lo ricordano, e anche se non la narrano, la sua vita si snoda in un racconto fatto di immagini di presenza. (...) A volte però le persone scompaiono prima ancora di morire, intorno a loro non hanno qualcuno che le possa ricordare, dire chi fossero, e lasciano allora soltanto i loro nomi privi di storia. Un lutto privo di colore, forse nemmeno un lutto, perché è difficile chiamare tale il tempo che succede alla loro scomparsa, privo non solo di loro ma anche di soggetti che le possano ricordare." Federica Sossi, Autobiografie negate Poco tempo fa si è celebrata in Europa la "giornata della memoria" per ricordare l'olocausto degli ebrei e per lanciare un monito al mondo: non deve accadere mai più. L'indifferenza, l'incredulità, oltre che complicità e paura, portarono allora a sottovalutare quello che stava accadendo agli ebrei. Oggi la disinformazione, l'indifferenza, l'impossibilità di credere che queste cose possano accadere ancora nell'Europa e nel mondo "civile", oltre alle gravi complicità di alcuni, stanno lentamente portandoci a replicare quello che è accaduto ai tempi di Hitler e Mussolini: in Italia ed in Europa esistono dei veri e propri LAGER dove la gente è rinchiusa senza avere commesso alcun reato: i Centri di Permanenza Temporanea (CPT). In questi posti la gente muore, tenta la fuga, è torturata; da questi centri (e da quelli della sicilia in particolare) sono ormai diventati prassi dei ponti aerei verso la Libia che a sua volta abbandona in mezzo al deserto centinaia e centinaia di persone destinate a morte certa. Sono migliaia i morti annegati nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l'Italia, i pescatori siciliani insieme ai pesci trovano nelle reti cadaveri di uomini, donne e bambini. Giovedì 24 marzo, l'ultima di una lunghissima serie di tragedie del mare: un gruppo di 15 cinesi è stato buttato a mare dagli scafisti a 15 miglia dalla costa. Sono almeno sei i morti e tre i dispersi. Tutte le prime pagine dei giornali ne hanno parlato con commozione. Poco si è parlato, però, della responsabilità italiana. In pochi parlano della responsabilità della Bossi-Fini su queste morti. Secondo lo stesso ministro Pisanu solo negli ultimi anni il numero "ufficiale" dei morti del mediterraneo è di 1.167. Se l'unica possibilità di entrare in Italia è attraversare il Mediterraneo mettendo a rischio la propria vita questi numeri possono solo aumentare. Se l'Europa continuerà a chiudersi come una fortezza, il Mediterraneo continuerà ad essere il suo cimitero a cielo aperto. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/25-Marzo-2005/pagina06.htm Il Governo e buona parte delllopposizione continuano a voltare lo sguardo dallaltra parte rendendosi colpevoli di questi nuovi crimini contro lumanità. Articoli come quello dell'Espresso del 24 marzo 2005 o servizi come quelli tra ottobre e novembre di BALLARO' (Rai3) o SKY TG24, sono passati totalmente inosservati se non per tutti coloro che il 2 aprile saranno a Ragusa per dire: NO AI CPT! NO ALLE DEPORTAZIONI! Giovedì 31 marzo ore 16,30 Presentazione del nuovo video sulle deportazioni da Lampedusa del marzo 2005 dibattito con: Chiara Acciarini - senatrice Saverio Lodato - giornalista de L'Unità Fulvio Vassallo Paleologo - università di Palermo ore 22.00 Festa di autofinanziamento per la manifestazione a Ragusa del 2 aprile con Dj set con BANANA TOX Sabato 2 aprile giornata europea contro la Fortezza Europa e per i diritti dei migranti promossa dal Forum Sociale Europeo di Londra. Manifestazione Nazionale a Ragusa promossa dalla Reta Antirazzista Siciliana Partenza da Palermo. ore 10.00 Stazione Notarbartolo http://italy.indymedia.org/calendar/event_display_detail.php?event_id=2700 per info e pronotazione posto in pullman: e-mail: ragusa2aprile@katamail.com |