Ultimo resoconto da Lampedusa. 9 ottobre 2004-10-09
La Rete Antirazzista Siciliana ha lasciato lisola alle 16:30. Il campo e' vuoto. La Lega, che per loccasione ha organizzato un convegno a Lampedusa, ingrassa soddisfatta. Le sua bandierine verdi sventolano per il paese che sembra la peggiore delle cittadine agrigentine trapiantate in mezzo al mare. Tutti via, anche gli ultimi 90. Anche il ragazzo che ieri stava male e sbatteva la testa contro il cancello. Le senatrici non sono riuscite ad incontrarli per lultima volta. C'e' unoperazione in corso, lingrasso e' solo posticipato. Cosi' ha detto il capitano dei carabinieri, mentre in pompa magna arrivava allaeroporto il questore di Agrigento con un gran sorriso sulle labbra. Chiara Acciarini e Tana De Zulueta riusciranno da accedere solo alla parte del campo dove stanno gli uffici, non devono vedere cosa sta accadendo allinterno. Alessandra e Barbara della Rete Antirazzista Siciliana non possono neppure accompagnarle li'. Restano fuori, davanti al primo cancello, dove sono schierati un numero enorme di finanzieri. Piu' che negli altri giorni, c'e' un esercito. chiaro cosa sta per succedere. La sensazione e' quella di troppe volte, ma e' al contempo nuova. Le persone conosciute nei giorni passati stanno venendo legate. Escono da un campo di concentramento per finire nel deserto, e stavolta lo sanno, lo hanno capito di certo. Solo aspettare e guardare. Impotenza mentre tutto si consuma. Arriva laereo. Civile questa volta. Alitalia, ovviamente, cosi' la salviamo dal fallimento. I ragazzi escono dal campo a piccoli gruppi dentro le camionette dei carabinieri. Per fargli fare trenta metri hanno scelto di fare 30 viaggi. Non si deve vedere nulla. La camionetta si ferma accanto alla scaletta dellaereo. Ma i polsi legati si intravedono, e si intuisce che qualcuno cerca di ribellarsi, quando si vede agitazione tra carabinieri, finanza e uomini della misericordia che circondano la scaletta per nascondere il piu' possibile. Il direttore dell'aeroporto viene a dire ai giornalisti che stanno dietro le vetrate che non si puo' riprendere ne' fotografare, perche' non hanno autorizzazione tutto deve avvenire nellombra mentre 91 cittadini dallidentita' e dalla nazionalita' non accertate vengono deportati in Libia. Da Palermo, chi scrive li ha ancora negli occhi. Si rende conto che insieme alle Senatrici che sono state bravissime, si e' cercato di fare il possibile. Ma il possibile e' sempre una sconfitta in questo paese oscuro e violento, sempre piu' gretto e spietato. Quel ragazzo che non ha sorriso neppure quando gli abbiamo stretto la mano quello che voleva restare solo con noi per dirci quanto sta male Quel padre che aveva rischiato la vita nella traversata e non aveva avuto la possibilita' di telefonare per dire ai figli che era ancora vivo quel signore coi capelli bianchi che continuava a ripetere di essere palestinese. Dove saranno stanotte. Chi scrive ha negli occhi i loro occhi e limmagine di due deserti. Quello di Lampedusa, dentro il campo svuotato come dopo la fine di una mattanza quando i segni rimangono sparsi, e quello africano, dove spera che loro non verranno abbandonati. Chi scrive vorrebbe essere onnipotente, e si sente minuscola davanti a tutto questo. Chi scrive sa che con i suoi compagni continuera' a cercare di fare, di agire, ancora e sempre, anche se stanotte tutto fa cosi' paura. |